Buongiorno!
Ho una novità: sto aprendo un nuovo blog.
Ma.... diciamo che anche se è un nuovo blog, non sono io a scrivere. E' una certa signorina L. che io conosco molto bene e che mi racconta le sue vicende.
Spero che vi stia simpatica :D
Eccovela: http://gentilesignorina.wordpress.com/
Margherita Tercon
sabato 16 novembre 2013
mercoledì 6 novembre 2013
Convegno e assegnazione Premio CALCANTE SIAD
Buongiorno!
Allego qui il programma dell'evento che si terrà domani a Roma!
La mia premiazione è alle 15, ma il programma è bellissimo, a chiunque fosse in zona consiglio di non perderlo!!!
Margherita Tercon
Allego qui il programma dell'evento che si terrà domani a Roma!
La mia premiazione è alle 15, ma il programma è bellissimo, a chiunque fosse in zona consiglio di non perderlo!!!
Margherita Tercon
mercoledì 23 ottobre 2013
Non Riuscire a Dormire
Non riesco a dormire.
Ultimamente ci metto ore prima di riuscire ad addormentarmi.
Eppure, sono felice.
Sono felice di non riuscire a dormire, perché mi rendo conto di quanto il mio cervello sia funzionante.
Se non riesco a dormire è perché ho passato gran parte della giornata a leggere e leggere mi ha fatto pensare e pensare mi ha fatto comunicare o dialogare con altre persone e quindi apprendere, oppure mi ha portato a scrivere, e quindi ad apprendere (cose di me che non sapevo) e questo apprendere mi ha nuovamente portato a ragionare e nella mia testa, nella mia testa di drammaturga, in cui personaggi parlano e parlano e parlano, questi hanno continuato a parlare e non riesco a dormire, perché questi continuano a farsi domande, senza smettere e io non riesco a dormire, perché sono curiosa, curiosa di ascoltarli e rifletterci su. Dicono anche parole non mie, si ripetono frasi colte da libri o da film o da chi mi ha parlato durante la giornata.
Quando non riesco a dormire, nonostante l'arrabbiatura momentanea, sono felice, perché sento che la mia mente si sta aprendo, pronta a cogliere il mondo.
Wow.
Margherita Tercon
martedì 8 ottobre 2013
Premio Calcante SIAD - Margherita Tercon
Oggi parlerò di me, ma non con parole mie.
Sono vincitrice del meraviglioso Premio Calcante SIAD (Società Italiana Autori Drammatici) 2013,
Il testo teatrale "GAM GAM" con cui ho partecipato è stato pubblicato sulla rivista teatrale Ridotto, assieme alle motivazioni della giuria.
Sono davvero, davvero, davvero felice, per me essere giudicata da una simile giuria è davvero un onore.
Il link della rivista per chi fosse interessato:
http://www.siadteatro.it/pagine/ridotto13/ridotto_agosto013.pdf
a pagina 1 l'introduzione e le motivazioni:
La Giuria del Premio Calcante SIAD
Enrico Bernard, Maricla Boggio, Fortunato Calvino, Mario
Lunetta,
Stefania Porrino, Ubaldo Soddu, si è così espressa:
e a pagina 34 un po' di biografia e il testo teatrale.
La premiazione avverrà a Roma il 7 novembre 2013 (se qualcuno sarà nei dintorni...)
Un abbraccio a chi mi vuole bene,
per gli altri... sono un po' timida, ecco.
Margherita Tercon
Sono vincitrice del meraviglioso Premio Calcante SIAD (Società Italiana Autori Drammatici) 2013,
Il testo teatrale "GAM GAM" con cui ho partecipato è stato pubblicato sulla rivista teatrale Ridotto, assieme alle motivazioni della giuria.
Sono davvero, davvero, davvero felice, per me essere giudicata da una simile giuria è davvero un onore.
Il link della rivista per chi fosse interessato:
http://www.siadteatro.it/pagine/ridotto13/ridotto_agosto013.pdf
a pagina 1 l'introduzione e le motivazioni:
La Giuria del Premio Calcante SIAD
Enrico Bernard, Maricla Boggio, Fortunato Calvino, Mario
Lunetta,
Stefania Porrino, Ubaldo Soddu, si è così espressa:
e a pagina 34 un po' di biografia e il testo teatrale.
La premiazione avverrà a Roma il 7 novembre 2013 (se qualcuno sarà nei dintorni...)
Un abbraccio a chi mi vuole bene,
per gli altri... sono un po' timida, ecco.
Margherita Tercon
giovedì 3 ottobre 2013
Il Suicida Gentile - Achille Campanile
Niente da aggiungere.
Ah, già che ci sono. Pubblico estratti, frammenti. Li pubblico e non aggiungo niente proprio perché mi sembra che parlino da soli. Quindi?
C'è da leggere.
Margherita Tercon
Achille
Campanile
Personaggi:
LUI
LEI
Uomo
(In una strada solitaria. Lui e lei, passando, vedono l’uomo che si punta la rivoltella alla tempia).
Ah, già che ci sono. Pubblico estratti, frammenti. Li pubblico e non aggiungo niente proprio perché mi sembra che parlino da soli. Quindi?
C'è da leggere.
Margherita Tercon
Achille
Campanile
IL SUICIDA GENTILE
Personaggi:
LUI
LEI
Uomo
(In una strada solitaria. Lui e lei, passando, vedono l’uomo che si punta la rivoltella alla tempia).
LEI Guarda:
un uomo che sta per tirarsi un colpo di rivoltella!
LUI (All’uomo)
- Che fa, sciagurato?
UOMO Non
vede? Mi uccido.
LEI Non
faccia pazzie, ci pensi bene, prima.
UOMO Ci
ho pensato molto, e la mia decisione è irrevocabile. M’uccido per amore.
LUI Per
amore? E’ mai possibile uccidersi per l’amore, che è il sentimento della felicità?
UOMO Ragazzo!
Che sai tu dell’amore! Lasciami morire!
LEI Per
carità, signore, non lo faccia. Pensi che la vita è bella, che le strade del
mondo sono piene di donne e che il tempo risana qualunque ferita.
UOMO Tutto
è vano, signora. Io non torno sulle mie decisioni.
LUI Ma
via, pensi che fra un anno lei riderà di questo momento di debolezza.
UOMO (cupo)
Sa che cosa fa un uomo, quando la donna del suo cuore non l’ama più?
LUI Diamine,
ne ama un’altra.
UOMO (c.s.)
No. Si uccide.
LUI Ma
no, non s’uccide, lo faccia per i suoi cari.
UOMO Non
insista.
LEI Lo
faccia per il dovere che abbiamo tutti di apprezzare al giusto il dono della
vita e di non farne vano gèttito.
UOMO Retorica!
LUI Lo
faccia per la società.
UOMO La
società del gas?
LUI Ma
no. Quella dei suoi simili.
UOMO Bella
roba!
LEI Lo
faccia per l’umanità, che attende molto da lei.
UOMO (amaro)
Sta fresca.
LUI Lo
faccia per la sua coscienza.
UOMO Bubbole.
Lasciatemi sparare. Voglio uccidermi.
LEI Per
la patria!
UOMO Niente.
LUI Per
i suoi morti.
UOMO Niente.
Voglio morire!
LUI (con
cortese imbarazzo) Senta...
UOMO Dica,
dica pure.
LUI - (c.s.) Non
mi mandi all’inferno, se le dico una cosa.
UOMO S’immagini,
parli.
LUI Io
non ho il piacere di conoscerla, lei non sa niente di me. Tuttavia,
potrei chiederle un piccolo favore?
UOMO Se
posso...
LUI Lo
faccia per me.
UOMO Quand’è
così, non so dirle di no, francamente.
LUI Grazie.
UOMO Le
pare. Dovere. Buona notte.
LUI Buona
notte.
(I tre si stringono la mano. L’uomo
intasca la rivoltella e via, fischiettando)
LEI Che
persona compita!
(Sipario)
martedì 1 ottobre 2013
Bobby Watson - La Cantatrice Calva - Eugène Ionesco
"[...]
SIGNORA SMITH Povera Bobby.
SIGNOR SMITH Vuoi dire Povero Bobby.
SIGNORA SMITH No, penso a sua moglie. Lei sia chiamava come
lui, Bobby, Bobby Watson. Siccome avevano lo
stesso nome, non si riusciva a distinguerli
l'uno dall'altra quando li si vedeva assieme.
E'stato solo dopo la morte di lui che si è
potuto sapere con precisione chi fosse l'uno e
chi fosse l'altra. Tuttavia, ancora oggi, c’è
gente che la scambia per il morto e le fa le
condoglianze. Tu la conosci?
SIGNOR SMITH Non l'ho vista che una volta, per caso, al
funerale di Bobby.
[...]
SIGNORA SMITH E' triste per lei essere rimasta
vedova così giovane.
SIGNOR SMITH Per fortuna non hanno figli.
SIGNORA SMITH Non ci sarebbe mancato che questo! Figli! Povera
donna, che cosa ne avrebbe fatto?
SIGNOR SMITH E' ancora giovane. Può benissimo risposarsi. Il
lutto le sta così bene!
SIGNORA SMITH Ma chi si prenderà cura dei figli? Lo sai che
hanno un bambino e una bambina. Come si
chiamano?
SIGNOR SMITH Bobby e Bobby, come i loro genitori. Lo zio di
Bobby Watson, il vecchio Bobby Watson, è ricco e
vuol molto bene al bambino. Potrebbe incaricarsi
lui dell'educazione di Bobby.
SIGNORA SMITH Sarebbe logico. E la zia di Bobby Watson, la
vecchia Bobby Watson, potrebbe benissimo
incaricarsi per parte sua dell'educazione di
Bobby Watson, la figlia di Bobby Watson. Così la
mamma di Bobby Watson, Bobby, potrebbe
risposarsi. Ha qualcuno in vista?
SIGNOR SMITH Sì, un cugino di Bobby Watson.
SIGNORA SMITH Chi? Bobby Watson?
SIGNOR SMITH Di quale Bobby Watson parli?
SIGNORA SMITH Di Bobby Watson, il figlio del vecchio Bobby
Watson, l'altro zio di Bobby Watson, il morto.
SIGNOR SMITH No, non è quello, è un'altro. E' il figlio della
vecchia Bobby Watson, la zia di Bobby Watson, il
morto.
SIGNORA SMITH Vuoi dire Bobby Watson, il commesso viaggiatore?
SIGNOR SMITH Tutti i Bobby Watson sono commessi viaggiatori.
SIGNORA SMITH Che mestieraccio! Eppure si guadagna bene.
SIGNOR SMITH Sì, quando non c’è la concorrenza.
SIGNORA SMITH E quando non c’è la concorrenza?
SIGNOR SMITH Il martedì, il giovedì e il martedì.
SIGNORA SMITH Ah! Tre giorni la settimana? E che fa Bobby Watson durante quel tempo?"
La Cantatrice Calva - Eugène Ionesco
Dacia Maraini - Due Donne di Provincia (atto unico)
Sugli altri,
sui sogni,
su di noi.
Margherita Tercon
"MAGDA: Una volta dipingevi…
sui sogni,
su di noi.
Margherita Tercon
"MAGDA: Una volta dipingevi…
VALERIA: Da ragazza. Facevo dei fantasmi, ti ricordi? Poi mi
sono sposata. E lui la prima cosa: che puzzo di vernice! Se proprio vuoi
dipingere, fallo in bagno… la casa, sai, è piccola… sempre fantasmi. Poi è nato
Ilario. E per due anni non ho più preso in mano un pennello. Un giorno, non so
come, ho ripreso. Ho dipinto fino a notte. Quando ho smesso mi sentivo stanca e
felice. Mio figlio dormiva; mio marito era fuori. Rientrando, ha guardato il
quadro a cui avevo lavorato tutto il giorno e ha detto: sei ancora a questo
punto? Da allora non ci ho provato più."
Dacia Maraini - Due Donne di Provincia (Atto Unico)
mercoledì 18 settembre 2013
Cecità - José Saramago - citazioni
E' un pezzo che sottolineo frasi di libri che leggo ripromettendomi che prima o poi le copierò.
Mai fatto.
Ogni tanti le rileggo, ma poi restano lì.
Oggi ne ho copiate solo tre, vorrei poter affermare che andrò sicuramente avanti, ma chi si fida di se stesso.
Il libro è Cecità, di José Saramago.
Le citazioni spesso, estrapolate dal contesto, perdono di significato. Io il libro l’ho letto e quello che ricopio è ciò che mi ha colpito, anche se a volte potrebbe apparire senza senso.
Margherita Tercon
Mai fatto.
Ogni tanti le rileggo, ma poi restano lì.
Oggi ne ho copiate solo tre, vorrei poter affermare che andrò sicuramente avanti, ma chi si fida di se stesso.
Il libro è Cecità, di José Saramago.
Le citazioni spesso, estrapolate dal contesto, perdono di significato. Io il libro l’ho letto e quello che ricopio è ciò che mi ha colpito, anche se a volte potrebbe apparire senza senso.
Margherita Tercon
“La coscienza morale, che tanti dissennati hanno offeso e
molti più rinnegato, esiste ed è esistita sempre, […], abbiamo finito col
ficcare la coscienza nel colore del sangue e nel sale delle lacrime, e, come se
non bastasse, degli occhi abbiamo fatto una sorta di specchi rivolti all’interno,
con il risultato che, spesso, ci mostrano senza riserva ciò che stavamo
cercando di negare con la bocca.”
Cecità – José Saramago
“Diversamente andò per l’oculista, non solo perché si
trovava in casa quando lo colpì la cecità, ma perché, essendo medico, alla
disperazione non si sarebbe certo consegnato con le mani legate, come fanno
quelli che del corpo si accorgono solo quando gli duole. “
Cecità – José Saramago
“Ci sono mille ragioni per cui il cervello umano si chiuda,
si limitò ad allungare le mani fino a toccare il vetro, sapeva che la sua
immagine era lì a guardarlo, l’immagine vedeva lui, lui non vedeva l’immagine.”
Cecità – José Saramago
venerdì 5 luglio 2013
Uscite!
Uscite!
Prendete aria!
Spegnete il computer!
Viaggiate, respirate!
Il mondo è là fuori,
Vivetelo!!
Marghe
Prendete aria!
Spegnete il computer!
Viaggiate, respirate!
Il mondo è là fuori,
Vivetelo!!
Marghe
martedì 21 maggio 2013
IL CARCERE
Il carcere è
Luogo di sofferenza,
luogo di sentenza,
luogo di giudizio e di violenza,
Il carcere è l’anti-evoluzione, l’anti-ragione,
Basta! Hai fatto un errore, via! Reclusione!
Adesso stai lì, isolato, abbandonato, in fondo, te lo sei
cercato!
Commetti un crimine, resta là, cane! Non verrai mai
perdonato.
Tu hai sbagliato, io ti tratto male, funziona così, non
sapevi?
Come ho detto: te lo sei meritato.
La tua storia? Chi sei? Chi se ne frega, ho altri problemi.
Te no, come fai, te stai lì, chiuso, che problemi avrai.
Ma io da dietro le sbarre ti vedo e ti dico
Sei agitato, amico?
Eccerto, prima o poi io ci riesco, io esco,
ma per te non è finita, guardia,
tu qui ci passi la vita!
Picchiami,
sbattimi,
rompimi il naso.
Lei, da dietro le sbarre
Ti guarda, in silenzio,
ma lo sa e ride:
“Quando qualcuno ce l’ha con se stesso
se la prende pure con il cesso.”
Dico qui e ora. Se sarò vittima di un gran torto, io lo
perdono.
Perché, ve lo assicuro, chi è là… non viene perdonato. Da
nessuno.
Margherita Tercon
domenica 31 marzo 2013
Amo la Pasqua
Amo la Pasqua.
Amo la Pasqua e sono una brava ragazza. Per questo mi piace
svegliarmi presto la domenica di Pasqua.
Mi piace lavarmi i denti e fare colazione con uova sante, acqua
santa, salame santo, torte varie e tutto quello che si possa santificare.
Mi piace pettinarmi e vestirmi e farmi la doccia con la
pancia piena da una colazione-suicidio per prepararmi per andare, poi dai
parenti. Zii, zie, cugini di tutte le età e di tutte le forme. (??)
E mi piace il viaggio di due ore in macchina, schiacciata tra
fratello obeso e sorella maggiore, al centro, nel sedile dietro. Con mio padre
che non sa guidare e fa i peli alle macchine e le curve e le inchiodate.
Sono una brava ragazza.
Per questo saluto con un sorriso i parenti che non sopporto e
gli alito la mia colazione di uova e salame e mi siedo a tavola, pronta a farmi ingozzare
come il maiale all’ingrasso che metteranno nel piatto di Natale.
Amo la Pasqua, quella forzata riunione di grasso. La Pasqua è
una scusa per andare a farsi del male tutti insieme. Masochismo di massa.
Perché tutti sappiamo che staremo male dopo pranzo. E il sole calerà e noi non
avremo fatto niente se non massaggiarci la pancia dolorante con un senso di colpa, di nausea difficilmente dimenticabile.
Ma non può mancare il tè caldo con biscotti per digerire.
Beh, la Pasqua è un sogno. Molto molto brutto, ma un sogno.
Quest’anno ho deciso di non partecipare al pranzo di Pasqua,
mi sono mangiata due uova sode sante alle 4 del pomeriggio, con maionese. Ho
fatto visita al nonno e poi alla nonna. Ho detto loro che gli volevo bene. Ho
accarezzato le loro mani, cantato canzoni degli anni ‘40 e li ho guardati
sorridendo, sperando di vedere sul loro viso un sorriso di risposta. E l’ho
ottenuto.
Oggi, mentre gli altri pranzavano in campagna, sono stata con
la mia adorata “Gia”, che faceva compagnia ai nonni.
E ho visto un’amica, per un progetto.
Non sono una brava ragazza.
Sono tornata a casa e mi devo sentire in colpa per
non essere andata a quella manifestazione di ricchezza-non ricchezza, a quell’esagerazione
di cibo e anoressia di sentimenti.
Devo sentirmi in colpa, perché non sono una brava
ragazza; una brava ragazza avrebbe baciato quelle bocche unte.
È vero, hanno un po’ tutti ragione.
Ma ho soddisfatto anche i miei, di desideri. E ho fatto
sorridere i miei nonni.
Amo la Pasqua.
Margherita
martedì 19 febbraio 2013
Tanti Auguri a Me!
Tanti auguri!
Auguri!
Buon compleanno!
No, di “buon compleanno” ne ho
ricevuto uno, credo. In inglese mi è stato detto più volte.
È figo, grazie a Facebook ricevo
tipo 200 auguri ed è figo. Perché detto così non sembra chissà quanto, poi, ma
sono 200 persone che nella realtà hanno digitato auguri. Per te. Cioè, è una
figata. Molti non mi conoscono neanche e neanche io li conosco, ma sono stati
carini. Gentili.
Ho passato la giornata a casa, a
mangiare tanto. Mi fa male la schiena, sono sempre seduta al pc.
Questa sera ho lezione di
improvvisazione.
Non so, non so bene che pensare
di questo compleanno. In quest’anno mi sembra un giorno come un altro, boh.
Dico le cose che mi vengono in
mente.
Oggi. Mia mamma mi ha raccontato
della mattina in cui mi ha partorita. Per un pelo non mi faceva in macchina. Forse
sarei stata più veloce di cervello.
Però sono nata di lunedì. Sarà per
questo che mi piace lavorare e la domenica non la sopporto proprio?
Avevo due ora di vita quando ho
fatto il mio primo rutto, ce l’ho nel sangue.
Finalmente so quanto tempo di
distanza ho con la Chiara Ronca: un mese, tre giorni e… sei o cinque ore? Lo
scrivo una volta per tutte, erano le undici del mattino quando ho iniziato a urlare.
E da quel momento non ho mai dato un attimo di tregua alle persone che mi
avevano vicina.
Mi ricordo che quando avevo due
anni parlavo a manetta. Molto più di adesso. Cioè, lo ricordo perché l’ho visto
in un video in cui mangiavo del formaggio.
Ma mi ricordo che mia sorella mi
sgridava sempre e dopo un po’ anche mio babbo e mia mamma e mio fratello, basta
parlare basta stai zittaaaaaaaaaa!
Credo di essere diventata una
persona più silenziosa soltanto per ripicca. Perché sono permalosa, dopo che mi
sono sentita dire di stare zitta per così tanto tempo ho detto, sta’ a vedere
che non parlo più. Ma è un po’ come ruttare, ce l’ho nel sangue. Allora mi sono
data alla scrittura.
Un po’ come non bere l’acqua frizzante.
Margherita, bevi tantissimo, piantala, l’acqua frizzante piace a tutti, bevi un
po’ anche quella naturale. No, mi piace gasata. No, non la bevi l’acqua gasata,
che poi finisce! Ma mi piace! Viziata! Adesso bevi quella naturale bevi quella
naturale beviquellanaturale e va bene!!
Non mi piace più l’acqua
frizzante. Ora non la sopporto più, davvero.
Anche se quando mandavo giù mi
grattava la gola e quindi pensavo che dissetava di più. E potevi bere di meno. Quella
liscia, che noia, liscia, nemmeno le lacrime agli occhi, nemmeno ti gratta la
gola.
Faccio 23 anni. Oggi. Mio babbo
mi ha detto che 23 è un numero primo. Mi ha detto che sono la prima. Cioè, che
sono unica. Come tutti quelli di 23 anni, ho detto. Non mi stava ascoltando. 23
anni. Ehi, perché il pc non mi mette in automatico “Anni” con la A maiuscola?
Alle elementari mi hanno insegnato che se inizi la frase con un numero, la
prima parola va scritta in maiuscolo. Si chiama Angela la mia maestra di
italiano in prima elementare. È simpatica. La Iris dice che dalle suore è un
regime. Sto molto bene nel mio regime.
Sabato sera ho la cena con quelli
delle elementari, va’ le coincidenze.
Non so che dire sui 23. C’è chi
si sente vecchissimo. A 18 anni vedevo vecchissima una persona di 23 anni. Però
mi dicono che per il lavoro che voglio fare ne devo aspettare almeno altri 23
per riuscire.
So che Maurizio JusticePoetry
Valente mi ha detto “Ho 24 anni, chi viene scoperto a 24 anni!”. Siamo vecchi
per lui.
L’unica cosa che mi scoccia di
questi 23 anni è che è da quando ho memoria che studio e studio e mi impegno
tantissimo e non sono mai arrivata a fine anno con una insufficienza perché
sarebbe orribile, perché anche solo rischiare una bocciatura mi spingerebbe al
gesto estremo per la depressione, al punto di non ritorno, non potrei mai
sopportare in tutta la vita di venire bocciata e perdere un anno della mia vita
perché non ho avuto voglia di studiare idoita idoitaidiota studiaa!!
E subito in un’accademia rinomata
e tre anni di studio e poi…. Laurea! E poi?
Un anno di nulla.
Sono nel bel mezzo del più orribile
anno di nulla.
Io sono nata di lunedì, io devo
fare, devo lavorare! È la legge del contrappasso: hai voluto pensare solo a te
stessa, hai avuto così tanta paura di non lavorare? Di perdere tempo? Quante
cose ti sei persa? In questo modo, quanto sei stata stronza?
TIE’! Beccati un anno di nulla!
23 anni. Ok. Per le mie
aspirazioni dovrei essere molto più in là, ma per i miei meriti……………
Margherita Tercon
lunedì 4 febbraio 2013
La verità.
La verità?
La verità è che tutti te lo fanno credere, ma non è vero
niente.
Tu, non servi.
Devi trovare da solo un’utilità, perché tu, non servi.
Non servi a nessuno, sai quanti altri ce ne sono come te?
Infinità.
Perché credi di essere utile? Perché sei un dottore? Beh,
non sei l’unico. Puoi dare consigli? Non sei l’unico. Puoi trasmettere
emozioni? Non sei l’unico.
La verità è che non te lo dicono, perché comunque fai
comodo. Ma se diventi scomodo, c’è qualcun altro comodo.
La verità è che non te lo dicono perché è più facile, perché
è bello farti credere di avere un’importanza. Così ti tengono sotto controllo.
La verità è che puoi impegnarti quanto ti pare, ma se non
sei un genio, non vai da nessuna parte.
Se non la dai, se non lo dai, non vai da nessuna parte.
La verità è che, sì, lo pensi. Ogni tanto lo pensi anche tu,
ma non lo ammetti, non lo ammetti. Ma lo sai.
Avere ogni tanto un’idea particolare, non significa non
essere una persona comune. Sei una persona comune che ha capito qualcosa. E come
te, l’hanno capito tante altre persone, o lo capiranno. O non lo capiranno mai,
ma capiranno qualcosa che tu non hai capito, e tutte, tutte queste persone si
crederanno persone speciali.
Invece siamo tutte persone comuni, con qualcosa di speciale.
Ma non è realmente speciale. È come un bel tramonto. Ce ne
sono già stati, ce ne saranno altri. Oggi ci hai fatto più caso, domani sarai
al computer e ci farà caso qualcuno che è andato a correre al tramonto.
La verità è che non la vuoi sapere la verità, perché vuoi
continuare a sperare.
La verità è che se sei un genio, ti avrebbero già scoperto.
La verità è che se tu avessi qualcosa da dire e quel
qualcosa fosse davvero, davvero speciale, qualcun altro ti avrebbe già eletto
maestro e avrebbe raggruppato altre persone per ascoltarti.
La verità è che non sei affatto quella cosa speciale, quella
luce, quell'elemento indispensabile che credi di essere.
La verità è che non servi, quindi cerca di diventare
indispensabile almeno per te stesso, perché così, qualcuno che tiene a te, lo
troverai.
Senza offesa,
Margherita Tercon
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