Tanti auguri!
Auguri!
Buon compleanno!
No, di “buon compleanno” ne ho
ricevuto uno, credo. In inglese mi è stato detto più volte.
È figo, grazie a Facebook ricevo
tipo 200 auguri ed è figo. Perché detto così non sembra chissà quanto, poi, ma
sono 200 persone che nella realtà hanno digitato auguri. Per te. Cioè, è una
figata. Molti non mi conoscono neanche e neanche io li conosco, ma sono stati
carini. Gentili.
Ho passato la giornata a casa, a
mangiare tanto. Mi fa male la schiena, sono sempre seduta al pc.
Questa sera ho lezione di
improvvisazione.
Non so, non so bene che pensare
di questo compleanno. In quest’anno mi sembra un giorno come un altro, boh.
Dico le cose che mi vengono in
mente.
Oggi. Mia mamma mi ha raccontato
della mattina in cui mi ha partorita. Per un pelo non mi faceva in macchina. Forse
sarei stata più veloce di cervello.
Però sono nata di lunedì. Sarà per
questo che mi piace lavorare e la domenica non la sopporto proprio?
Avevo due ora di vita quando ho
fatto il mio primo rutto, ce l’ho nel sangue.
Finalmente so quanto tempo di
distanza ho con la Chiara Ronca: un mese, tre giorni e… sei o cinque ore? Lo
scrivo una volta per tutte, erano le undici del mattino quando ho iniziato a urlare.
E da quel momento non ho mai dato un attimo di tregua alle persone che mi
avevano vicina.
Mi ricordo che quando avevo due
anni parlavo a manetta. Molto più di adesso. Cioè, lo ricordo perché l’ho visto
in un video in cui mangiavo del formaggio.
Ma mi ricordo che mia sorella mi
sgridava sempre e dopo un po’ anche mio babbo e mia mamma e mio fratello, basta
parlare basta stai zittaaaaaaaaaa!
Credo di essere diventata una
persona più silenziosa soltanto per ripicca. Perché sono permalosa, dopo che mi
sono sentita dire di stare zitta per così tanto tempo ho detto, sta’ a vedere
che non parlo più. Ma è un po’ come ruttare, ce l’ho nel sangue. Allora mi sono
data alla scrittura.
Un po’ come non bere l’acqua frizzante.
Margherita, bevi tantissimo, piantala, l’acqua frizzante piace a tutti, bevi un
po’ anche quella naturale. No, mi piace gasata. No, non la bevi l’acqua gasata,
che poi finisce! Ma mi piace! Viziata! Adesso bevi quella naturale bevi quella
naturale beviquellanaturale e va bene!!
Non mi piace più l’acqua
frizzante. Ora non la sopporto più, davvero.
Anche se quando mandavo giù mi
grattava la gola e quindi pensavo che dissetava di più. E potevi bere di meno. Quella
liscia, che noia, liscia, nemmeno le lacrime agli occhi, nemmeno ti gratta la
gola.
Faccio 23 anni. Oggi. Mio babbo
mi ha detto che 23 è un numero primo. Mi ha detto che sono la prima. Cioè, che
sono unica. Come tutti quelli di 23 anni, ho detto. Non mi stava ascoltando. 23
anni. Ehi, perché il pc non mi mette in automatico “Anni” con la A maiuscola?
Alle elementari mi hanno insegnato che se inizi la frase con un numero, la
prima parola va scritta in maiuscolo. Si chiama Angela la mia maestra di
italiano in prima elementare. È simpatica. La Iris dice che dalle suore è un
regime. Sto molto bene nel mio regime.
Sabato sera ho la cena con quelli
delle elementari, va’ le coincidenze.
Non so che dire sui 23. C’è chi
si sente vecchissimo. A 18 anni vedevo vecchissima una persona di 23 anni. Però
mi dicono che per il lavoro che voglio fare ne devo aspettare almeno altri 23
per riuscire.
So che Maurizio JusticePoetry
Valente mi ha detto “Ho 24 anni, chi viene scoperto a 24 anni!”. Siamo vecchi
per lui.
L’unica cosa che mi scoccia di
questi 23 anni è che è da quando ho memoria che studio e studio e mi impegno
tantissimo e non sono mai arrivata a fine anno con una insufficienza perché
sarebbe orribile, perché anche solo rischiare una bocciatura mi spingerebbe al
gesto estremo per la depressione, al punto di non ritorno, non potrei mai
sopportare in tutta la vita di venire bocciata e perdere un anno della mia vita
perché non ho avuto voglia di studiare idoita idoitaidiota studiaa!!
E subito in un’accademia rinomata
e tre anni di studio e poi…. Laurea! E poi?
Un anno di nulla.
Sono nel bel mezzo del più orribile
anno di nulla.
Io sono nata di lunedì, io devo
fare, devo lavorare! È la legge del contrappasso: hai voluto pensare solo a te
stessa, hai avuto così tanta paura di non lavorare? Di perdere tempo? Quante
cose ti sei persa? In questo modo, quanto sei stata stronza?
TIE’! Beccati un anno di nulla!
23 anni. Ok. Per le mie
aspirazioni dovrei essere molto più in là, ma per i miei meriti……………
Margherita Tercon