mercoledì 23 ottobre 2013

Non Riuscire a Dormire

Non riesco a dormire.
Ultimamente ci metto ore prima di riuscire ad addormentarmi.
Eppure, sono felice.
Sono felice di non riuscire a dormire, perché mi rendo conto di quanto il mio cervello sia funzionante.

Se non riesco a dormire è perché ho passato gran parte della giornata a leggere e leggere mi ha fatto pensare e pensare mi ha fatto comunicare o dialogare con altre persone e quindi apprendere, oppure mi ha portato a scrivere, e quindi ad apprendere (cose di me che non sapevo) e questo apprendere mi ha nuovamente portato a ragionare e nella mia testa, nella mia testa di drammaturga, in cui personaggi parlano e parlano e parlano, questi hanno continuato a parlare e non riesco a dormire, perché questi continuano a farsi domande, senza smettere e io non riesco a dormire, perché sono curiosa, curiosa di ascoltarli e rifletterci su. Dicono anche parole non mie, si ripetono frasi colte da libri o da film o da chi mi ha parlato durante la giornata.
Quando non riesco a dormire, nonostante l'arrabbiatura momentanea, sono felice, perché sento che la mia mente si sta aprendo, pronta a cogliere il mondo.
Wow.

Margherita Tercon

martedì 8 ottobre 2013

Premio Calcante SIAD - Margherita Tercon

Oggi parlerò di me, ma non con parole mie.
Sono vincitrice del meraviglioso Premio Calcante SIAD (Società Italiana Autori Drammatici) 2013,
Il testo teatrale "GAM GAM" con cui ho partecipato è stato pubblicato sulla rivista teatrale Ridotto, assieme alle motivazioni della giuria.
Sono davvero, davvero, davvero felice, per me essere giudicata da una simile giuria è davvero un onore.

Il link della rivista per chi fosse interessato:
http://www.siadteatro.it/pagine/ridotto13/ridotto_agosto013.pdf

a pagina 1 l'introduzione e le motivazioni:
La Giuria del Premio Calcante SIAD

Enrico Bernard, Maricla Boggio, Fortunato Calvino, Mario 

Lunetta, 

Stefania Porrino, Ubaldo Soddu, si è così espressa:


e a pagina 34 un po' di biografia e il testo teatrale.

La premiazione avverrà a Roma il 7 novembre 2013 (se qualcuno sarà nei dintorni...)
Un abbraccio a chi mi vuole bene,
per gli altri... sono un po' timida, ecco.

Margherita Tercon

giovedì 3 ottobre 2013

Il Suicida Gentile - Achille Campanile

Niente da aggiungere.
Ah, già che ci sono. Pubblico estratti, frammenti. Li pubblico e non aggiungo niente proprio perché mi sembra che parlino da soli. Quindi?
C'è da leggere.
Margherita Tercon

Achille Campanile



IL SUICIDA GENTILE 

Personaggi:

LUI
LEI
Uomo

(In una strada solitaria. Lui e lei, passando, vedono l’uomo che si punta la rivoltella alla tempia).

LEI         Guarda: un uomo che sta per tirarsi un colpo di rivoltella!
LUI         (All’uomo) - Che fa, sciagurato?
UOMO   Non vede? Mi uccido.
LEI         Non faccia pazzie, ci pensi bene, prima.
UOMO   Ci ho pensato molto, e la mia decisione è irrevocabile. M’uccido per amore.
LUI         Per amore? E’ mai possibile uccidersi per l’amore, che è il sentimento della felicità?
UOMO   Ragazzo! Che sai tu dell’amore! Lasciami morire!
LEI         Per carità, signore, non lo faccia. Pensi che la vita è bella, che le strade del mondo sono piene di donne e che il tempo risana qualunque ferita. 
UOMO   Tutto è vano, signora. Io non torno sulle mie decisioni.
LUI         Ma via, pensi che fra un anno lei riderà di questo momento di debolezza.
UOMO   (cupo) Sa che cosa fa un uomo, quando la donna del suo cuore non l’ama più?
LUI         Diamine, ne ama un’altra.
UOMO   (c.s.) No. Si uccide.
LUI         Ma no, non s’uccide, lo faccia per i suoi cari.
UOMO   Non insista.
LEI         Lo faccia per il dovere che abbiamo tutti di apprezzare al giusto il dono della vita e di non farne vano gèttito.
UOMO   Retorica!
LUI         Lo faccia per la società.
UOMO   La società del gas?
LUI         Ma no. Quella dei suoi simili.
UOMO   Bella roba!
LEI         Lo faccia per l’umanità, che attende molto da lei.
UOMO   (amaro) Sta fresca.
LUI         Lo faccia per la sua coscienza.
UOMO   Bubbole. Lasciatemi sparare. Voglio uccidermi.
LEI         Per la patria!
UOMO   Niente.
LUI         Per i suoi morti.
UOMO   Niente. Voglio morire!
LUI         (con cortese imbarazzo) Senta...
UOMO   Dica, dica pure.
LUI -       (c.s.) Non mi mandi all’inferno, se le dico una cosa.
UOMO   S’immagini, parli.
LUI         Io non ho il piacere di conoscerla, lei non sa niente di me. Tuttavia, potrei chiederle un piccolo favore?
UOMO   Se posso...
LUI         Lo faccia per me.
UOMO   Quand’è così, non so dirle di no, francamente.
LUI         Grazie.
UOMO   Le pare. Dovere. Buona notte.
LUI         Buona notte.
(I tre si stringono la mano. L’uomo intasca la rivoltella e via, fischiettando)
LEI         Che persona compita!

(Sipario)


martedì 1 ottobre 2013

Bobby Watson - La Cantatrice Calva - Eugène Ionesco



"[...]
SIGNORA SMITH       Povera Bobby.
SIGNOR SMITH         Vuoi dire Povero Bobby. 
SIGNORA  SMITH      No,  penso a sua moglie. Lei sia  chiamava  come
                    lui,  Bobby, Bobby Watson.  Siccome  avevano  lo
                    stesso  nome,  non si  riusciva  a  distinguerli
                    l'uno  dall'altra quando li si  vedeva  assieme.
                    E'stato  solo  dopo  la morte di lui  che  si  è
                    potuto  sapere con precisione chi fosse l'uno  e
                    chi  fosse  l'altra. Tuttavia, ancora  oggi,  c’è
                    gente  che  la scambia per il morto e le  fa  le
                    condoglianze. Tu la conosci?

SIGNOR  SMITH       Non  l'ho  vista  che una volta,  per  caso,  al
                    funerale di Bobby.

[...]
SIGNORA  SMITH      E'  triste  per  lei  essere  rimasta 
                    vedova così giovane.
SIGNOR SMITH        Per fortuna non hanno figli.
SIGNORA  SMITH      Non ci sarebbe mancato che questo! Figli! Povera
                    donna, che cosa ne avrebbe fatto?

SIGNOR  SMITH       E' ancora giovane. Può benissimo risposarsi.  Il
                    lutto le sta così  bene!

SIGNORA  SMITH      Ma  chi si prenderà cura dei figli?  Lo sai  che
                    hanno   un  bambino  e  una  bambina.  Come   si
                    chiamano?

SIGNOR  SMITH       Bobby  e Bobby, come i loro genitori. Lo zio  di
Bobby Watson, il vecchio Bobby Watson, è ricco e
                    vuol molto bene al bambino. Potrebbe incaricarsi
                    lui dell'educazione di Bobby.

SIGNORA  SMITH      Sarebbe  logico.  E la zia di Bobby  Watson,  la
                    vecchia   Bobby   Watson,   potrebbe   benissimo
                    incaricarsi  per  parte sua  dell'educazione  di
                    Bobby Watson, la figlia di Bobby Watson. Così la
                    mamma   di   Bobby   Watson,   Bobby,   potrebbe
                    risposarsi. Ha qualcuno in vista?

SIGNOR SMITH        Sì, un cugino di Bobby Watson.
SIGNORA SMITH       Chi? Bobby Watson?
SIGNOR SMITH        Di quale Bobby Watson parli?
SIGNORA  SMITH      Di  Bobby Watson, il figlio del  vecchio   Bobby
                    Watson, l'altro zio di Bobby Watson, il morto.

SIGNOR  SMITH       No, non è quello, è un'altro. E' il figlio della
                    vecchia Bobby Watson, la zia di Bobby Watson, il
                    morto.

SIGNORA  SMITH      Vuoi dire Bobby Watson, il commesso viaggiatore?
SIGNOR  SMITH       Tutti i Bobby Watson sono commessi viaggiatori.
SIGNORA SMITH       Che mestieraccio! Eppure si guadagna bene.
SIGNOR SMITH        Sì, quando non c’è la concorrenza.
SIGNORA SMITH       E quando non c’è la concorrenza?
SIGNOR SMITH        Il martedì, il giovedì e il martedì.

SIGNORA  SMITH      Ah!  Tre  giorni la settimana?  E che  fa  Bobby Watson durante quel tempo?"

La Cantatrice Calva - Eugène Ionesco

Dacia Maraini - Due Donne di Provincia (atto unico)

Sugli altri,
sui sogni, 
su di noi.

Margherita Tercon

"MAGDA: Una volta dipingevi…
VALERIA: Da ragazza. Facevo dei fantasmi, ti ricordi? Poi mi sono sposata. E lui la prima cosa: che puzzo di vernice! Se proprio vuoi dipingere, fallo in bagno… la casa, sai, è piccola… sempre fantasmi. Poi è nato Ilario. E per due anni non ho più preso in mano un pennello. Un giorno, non so come, ho ripreso. Ho dipinto fino a notte. Quando ho smesso mi sentivo stanca e felice. Mio figlio dormiva; mio marito era fuori. Rientrando, ha guardato il quadro a cui avevo lavorato tutto il giorno e ha detto: sei ancora a questo punto? Da allora non ci ho provato più."

Dacia Maraini - Due Donne di Provincia (Atto Unico)