domenica 31 marzo 2013

Amo la Pasqua


Amo la Pasqua.


Amo la Pasqua e sono una brava ragazza. Per questo mi piace svegliarmi presto la domenica di Pasqua.

Mi piace lavarmi i denti e fare colazione con uova sante, acqua santa, salame santo, torte varie e tutto quello che si possa santificare.

Mi piace pettinarmi e vestirmi e farmi la doccia con la pancia piena da una colazione-suicidio per prepararmi per andare, poi dai parenti. Zii, zie, cugini di tutte le età e di tutte le forme. (??)

E mi piace il viaggio di due ore in macchina, schiacciata tra fratello obeso e sorella maggiore, al centro, nel sedile dietro. Con mio padre che non sa guidare e fa i peli alle macchine e le curve e le inchiodate.

Sono una brava ragazza.

Per questo saluto con un sorriso i parenti che non sopporto e gli alito la mia colazione di uova e salame  e mi siedo a tavola, pronta a farmi ingozzare come il maiale all’ingrasso che metteranno nel piatto di Natale.

Amo la Pasqua, quella forzata riunione di grasso. La Pasqua è una scusa per andare a farsi del male tutti insieme. Masochismo di massa. Perché tutti sappiamo che staremo male dopo pranzo. E il sole calerà e noi non avremo fatto niente se non massaggiarci la pancia dolorante con un senso di colpa, di nausea difficilmente dimenticabile.

Ma non può mancare il tè caldo con biscotti per digerire.

Beh, la Pasqua è un sogno. Molto molto brutto, ma un sogno.

Quest’anno ho deciso di non partecipare al pranzo di Pasqua, mi sono mangiata due uova sode sante alle 4 del pomeriggio, con maionese. Ho fatto visita al nonno e poi alla nonna. Ho detto loro che gli volevo bene. Ho accarezzato le loro mani, cantato canzoni degli anni ‘40 e li ho guardati sorridendo, sperando di vedere sul loro viso un sorriso di risposta. E l’ho ottenuto.

Oggi, mentre gli altri pranzavano in campagna, sono stata con la mia adorata “Gia”, che faceva compagnia ai nonni.

E ho visto un’amica, per un progetto.

Non sono una brava ragazza.

Sono tornata a casa e mi devo sentire in colpa per non essere andata a quella manifestazione di ricchezza-non ricchezza, a quell’esagerazione di cibo e anoressia di sentimenti.

Devo sentirmi in colpa, perché non sono una brava ragazza; una brava ragazza avrebbe baciato quelle bocche unte.

È vero, hanno un po’ tutti ragione.

Ma ho soddisfatto anche i miei, di desideri. E ho fatto sorridere i miei nonni.

Amo la Pasqua.

Margherita