sabato 30 aprile 2011

Sabato pomeriggio libero.

C'è qualcosa qualcuno a Milano oggi che vuole fare o fa qualcosa o qualcuno a Milano a qualcuno oggi?


Margherita Tercon

mercoledì 27 aprile 2011

Autobiografia stile Majakovskij

 La versione integrale, 2009

A tre anni

Dicono che sia impossibile ricordare qualcosa prima dei quattro anni. Io ricordo. Prima immagine: mamma in fondo al corridoio. Ha una gamba ingessata. Il mio cane viene verso di me. Mi lecca la faccia. Mi mette il muso in bocca. Figure nere su fondo arancione. Non so se sia sogno o realtà, ma sono sicura di aver vissuto questo frammento d'infanzia.

Scuola materna

Rimini, asilo delle Maestre Pie. Pomeriggio. Temporale. Le suore mi portano in un grande stanzone. Tanti piccoli sacchi a pelo. Figure nere su fondo blu. Il mio è sotto la finestra, vicino al termosifone. Non voglio andarci, odio dormire il pomeriggio. Mi infilo nella coperta ripiegata. Non dormo, mi hanno detto che se un fulmine colpisce il termo, chi dorme lì vicino, muore.

Primi giorni di lezione

Rimini, asilo delle Maestre Pie. Aula bianca. Sembra il paradiso. Un banco lunghissimo. Fogli, pennarelli, tanti bambini. Coloriamo. Il mondo è colorato. Le suore dicono che dobbiamo amare tutti. Gesù ama tutti. Anche io amo tutti.

Ispirazioni

Mia sorella fa le elementari. Si chiama Iris. Ha il nome di un fiore. Anche io ho il nome di un fiore. Lei sa scrivere e disegnare. Anche io voglio scrivere e disegnare.

Prima elementare

Rimini, scuola elementare delle Maestre Pie. Una classe numerosa. Imparo a scrivere per prima. La maestra è contenta, fa tanti complimenti. Mamma e papà fanno tanti complimenti. Il nonno e la nonna fanno tanti complimenti. Tutti sono contenti. A mia sorella non hanno mai fatto tanti complimenti. Il mio quadernone è ornato di Bravissima. Io voglio che sia pieno di Bravissima. Scrivo sempre di più, tanto è facile.

Seconda elementare

Rimini, scuola elementare delle Maestre Pie. Prima verifica: “Scrivi un testo dove descrivi una stanza”. Descrivo il salotto del nonno. Prendo Ottimo. I genitori insistono, vogliono che legga il testo al nonno. Mi vergogno, non voglio. La zia aggiunge: “Quando ti deciderai potrebbe essere troppo tardi. Il nonno è vecchio.” Lo leggo. Si scatena in me l’ossessione della morte. Fortuna che c’è Gesù.

Terza elementare

Rimini, in automobile con papà. Accompagna me e Iris a scuola. Iris ha fretta, fa sempre tardi. Alle medie la sgridano sempre. Tutti la sgridano sempre. Deve fare un compito in classe. Chiedo cos’è un compito in classe. Dice: è un tema. Chiedo cos’è. Dice: un testo. Dico che è facile fare un testo. Risponde: Non è vero. È preoccupata. Dico: io lo so fare. Mi tira uno schiaffo. Sto zitta. Quando sarò più grande le farò vedere che so scrivere.

Anno duemila

È l’anno del Giubileo. Chi fa la comunione l’anno del Giubileo è fortunato. È molto più fortunato di chi non la fa l’anno del Giubileo. Io non so cosa sia il Giubileo, ma sono contenta. Vado a Roma a vedere il papa. Nel mio gruppo hanno tutti un cappellino giallo. E bandiere arancioni. Piazza San Pietro è luminosa. Anch’io voglio stare alla finestra e pregare Dio e vedere la Piazza colorata. Decido di diventare papa.

Quarta elementare

Rimini, scuola elementare delle Maestre Pie. Piove. Nonna mi viene a prendere all’uscita. Mi stringe la mano: “Basta piangere”. Non smetto. A scuola si prega tanto. Finalmente ho scoperto cosa significa Maestre Pie. Rifletto sulla mia decisione di diventare papa. Solo i maschi possono diventare papa. Le femmine possono essere suore. La suora ha poco potere. Odio il ragionamento dei religiosi. Comincio a dubitare delle buone parole dei religiosi. Salgo sulla Cinquecento della nonna. Continuo a tenerle il broncio. Lei si rattrista. Il mio primo senso di colpa.

Quinta elementare

Buio. La baby-sitter mi spinge a forza nell’aula di recitazione. La mia pigrizia violata. In testa ancora le parole della mamma: “Un giorno mi ringrazierai”. Faccio la prima lezione, in fondo anche mia sorella ha fatto un anno di recitazione.

Ispirazioni2

Comincio ad odiare la religione. Ho pregato tanto. Nessun mio desiderio è mai stato realizzato. Iris dice che Dio non esiste. Diceva anche che Babbo Natale non esisteva, ed era vero. Dio non esiste. Mia sorella ha fatto le scuole medie Panzini. Le Panzini sono nel centro di Rimini. Io non abito in centro, ma Iris dice che alle Panzini vanno i fichi. Anche io voglio essere fica.

Prima e seconda media

Rimini, scuole medie inferiori Panzini. Non riesco ad essere fica. Non sopporto di essere presa in giro dai compagni di classe. Cerco di essere migliore degli altri. Non ci riesco. Decido di diventare peggiore degli altri. Smetto di studiare, fumo e giro nei posti più brutti di Rimini. Sono contenta.

Terza media

Primo spettacolo teatrale dove ho un ruolo importante. Finisco le scuole medie con un Distinto. Mamma avrebbe voluto un Ottimo. Devo scegliere la scuola superiore. Non ce ne sono di recitazione. L’unica scuola dove insegnano a recitare è il liceo della comunicazione delle Maestre Pie. Odio sia le Maestre che le Pie. Amo disegnare e amo le lingue. Mia sorella è un’artista. Fa l’Istituto d’Arte di Riccione. Scelgo il Liceo Artistico.

Prima superiore

Viserba, liceo artistico Serpieri. Voglia di ribellione. Voglia di espressione: quadri, sculture, colore dei capelli strampalato. Vestiti di tutti i colori, poi neri. Trucco nero, smalto nero, scarpe nere, il mondo non è colorato come pensavo. Anche Iris la pensava come me.

Seconda superiore

Viserba, liceo artistico Serpieri. Passo un altro intero anno tra artisti, musica rock, droghe e masochismo. Capisco di non essere mia sorella. A me piace scrivere. Amo le lingue. Studiare poco mi annoia.

Terza superiore

Rimini, liceo linguistico Valgimigli. Ho studiato tutta l’estate francese e latino, mai fatti prima. Passato l’esame di ammissione. Mi ritrovo tra tanti studenti-modello nel nuovo liceo. Creatività repressa. Resto sola con la mia penna e una lezione settimanale di teatro.

Quarta superiore

Rimini, liceo linguistico Valgimigli. La professoressa di italiano non mi apprezza. I miei temi non superano il sei. Eppure qualche concorso di scrittura mi ha premiato. Non capisco dove sbaglio. Nessuno me lo vuole spiegare. Ho smesso di imitare gli altri. Ho smesso di farmi influenzare dagli altri. Accetto la situazione e continuo per la mia strada.

Quinta superiore

Corso di recitazione. Tutti hanno un ruolo. Tutti, meno quattro ragazze. L’insegnante di teatro chiede agli allievi un aiuto, qualche idea. Scrivo delle idee. Trenta pagine. Il copione va in scena, e piace.

Estate Duemilanove

Rimini, casa Tercon. Padre, fisiatra. Madre, fisiatra. Padre di mia madre, radiologo. Padre del padre di mia madre, radiologo. Iris, mia sorella, bohèmienne. Damiano, mio fratello, disoccupato. Fiducia dei familiari puntata su di me. Provo un terribile odio per la medicina, a partire dal tessuto epiteliale. Non sono mia sorella. Non sono mio fratello. E nemmeno i miei genitori. Scelgo Drammaturgia.


Margherita Tercon

sabato 23 aprile 2011

Moda. Droga. Sigarette.

Moda.  Droga. Sigarette.
Droga. Moda. Sigarette.
Sigarette.
Droga.
Moda.
Moda.
Droga.
Droga.
Droga.
Sigarette.
La stessa cosa.


Margherita Tercon

venerdì 22 aprile 2011

Daniel Pennac - Signor Malaussène

Meriterebbe la trascrizione completa, ma purtroppo devo limitarmi a questi assaggi.... Daniel Pennac, grandissimo scrittore.

Daniel Pennac
SIGNOR MALAUSSèNE
[Malaussène scrive al suo futuro figlio –ancora nella pancia della compagna, tutte le disgrazie accadute alla famiglia, con questa conclusione.]
“[…] Tua madre Julie ha rischiato di rimanerci secca, in questa storia; hanno tentato di annegarla, le hanno bruciato la pelle con le sigarette, ti hanno fabbricato una mamma leopardo.
[...] “Ma,” mi dirai, “papà, dal momento che sembri avere un temperamento così pessimista, dal momento che tu stesso sei il superstite, sicuramente provvisorio, di una serie tragica, perché hai dato il via libera al piccolo spermatozoo e al suo fagottino genetico?”
[…] Diciamo che in materia di esistenza l’ottimismo ha quasi sempre la meglio sulla saggezza del nulla. È uno dei segreti della nostra specie, che pure è la più informata del mondo… E poi… poi non siamo mai gli unici a decidere.
[……] Ma chi mi ha convinto è stato Stojil, lo zio Stojilkovicz che tu non conoscerai, ed è la prima disgrazia della tua esistenza a venire. Sono andato a trovarlo nella sua cella, due giorni prima della sua morte. Era un po’ smagrito, ma ho pensato che fosse colpa di Virgilio, la traduzione… Si è concesso un intervallo. Abbiamo tirato fuori la nostra scacchiera, abbiamo sistemato i pezzi… Ha pescato i bianchi e abbiamo cominciato a giocare. Ti riproduco parola per parola la nostra conversazione.
LUI: … (E2 E4).
IO: …(E7 E5).
LUI: … (Si accende una Gitane).
IO: Julie vuole un figlio…
LUI: …(Cavallo F3).
IO: …(Cavallo C7).
LUI: Ti piace l’Australia?
IO: …L’Australia?
LUI: …(L’alfiere in C4).
IO: …(Il mento nella mano)…
LUI: Il bush, il deserto australiano, ti piace?
IO: Non lo conosco.
LUI: Allora documentati in fretta. Il bush australiano non è abbastanza fitto per scappare da una donna che vuole un figlio da te.
IO: …(F7 F6).
LUI: …(riflessione).
IO: …(meditazione).
LUI: Né la Sierra Madre abbastanza verticale.
[…]
Mi ha detto:
“Segui il mio consiglio, è l’ultimo. Lascia fare Julie.”
Per poi annunciarmi senza battere ciglio che arrivava a fine corsa.
“I polmoni.”
Dopo la radiografia fatale, quando il dottore gli aveva proibito di fumare (vedrai, la morte si annuncia da lontano, con questi piccoli divieti di vivere) si era limitato a rispondere:
“Dottore, perché vuoi che faccia questo alle mie Gitanes?”
E si è messo a morire piano, con la cicca in bocca, chino sui dizionari.
“Zio Stojil,” ho detto stupidamente, “Stojil, Stojil, tu che mi avevi giurato di essere immortale!”
LUI: È vero, ma non ti ho mai giurato di essere infallibile.
IO: …
LUI: …
IO: …
LUI: Del resto, io non muoio, arrocco.

Ecco, tu non sei il prodotto dello spermatozoo veloce e dell’ovulo vorace: sei nato da quest’ultima visita a mio zio Stojil.
Che era l’onore della vita.

mercoledì 20 aprile 2011

Cosa c’è sul tavolo del salotto

Nell’angolo sinistro, più vicino a me, libro: “Le Elegie Duinesi” di Rilke edizioni “BUR”, girato al contrario. Sopra, un pacchetto mezzo vuoto di tabacco “American Spirit” e vicino, sempre sopra al libro, un barattolino bianco di yogurt al malto con dentro cenere e un mozzicone di sigaretta. Il barattolino è inclinato, appoggiato a un macinino per il pepe “Tappomacina Cannamela, Mix Creola”. Da sotto al libro sbuca un tovagliolino accartocciato e vicino ad esso la carta che avvolgeva una “Golia Activ Extra Fresh”. Vicino al macinino, poco a destra, un coperchio per la panna montata spray e davanti, accanto al libro, sul bordo del tavolo, una penna nera “BIC Cristal Clic”, un pennarello azzurro “Giotto Turbo Maxi” e un altro verde. Il pennarello verde è coperto da una bomboletta “Care for you – Spray Nasale Nebulizzato”. Dietro al libro, un pacco mezzo vuoto di “100x Fantastisk”, tovagliolini di carta. I tovagliolini sono ancora per metà avvolti dalla plastica della confezione, sulla quale è poggiato un coltello, un pacco di sigarette “Winston Blue” da venti - vuoto e, in orizzontale, una bottiglia di plastica vuota da due litri di acqua “San Francesco” senza tappo. Dietro al pacco di tovagliolini, uno smalto blu, un “Durex Top Gel – Hot Effetto Calore” da 50 ml, un Tampax impacchettato e dietro, sull’altro angolo sinistro del tavolo, due chiavette USB, una da 8 GB senza tappo e una da 4 GB con il tappino vicino. Poco a destra, una bottiglia di “Birra Moretti” vuota da 66 cl e una “Valentins Weissbier” mezza piena da 0,5 cl, senza tappo. Poco più avanti, tra le due birre, un mega brik vuoto da 2 litri di succo all’arancia “Rauch, Bravo Blueorange, red orange” e, ancora un po’ più avanti, un barattolo di panna montata vuoto “GranDessert, Crème Nata”. Lì vicino, una scheggia del legno del tavolo. Sempre lungo il margine del tavolo, uno smalto arancione con il tappo appoggiato male e, andando verso il centro, una bottiglia vuota di vetro di “Birra Moretti” da 66 cl, con vicino un’altra bottiglia vuota di “Angelo Poretti Splugen” da 66 cl. Poco più a destra, sempre lungo il bordo, una scatola di cartoncino vuota e unta ancora un po’ avvolta dalla plastica, sopra ha un’etichetta: “Stinco e Patate, €6,82”. Dentro la scatola, il contenitore di cartoncino dello spray nasale “Care for you”. Una strisciolina di plastica appartenente ad una vecchia confezione di riso è nascosta da un altro coltello ed un cucchiaio girato al contrario, dal manico arancione. Sotto al cucchiaio c’è il tappo di plastica di una qualche bottiglia d’acqua. Poco più avanti, il contenitore aperto di un preservativo “Akuel – Il partner del Piacere, SICURO, Massima Protezione” e una fetta di PanBauletto. Vicino al cucchiaio, un “ Durex Massage 2in1 con Aloe Vera”. Spostandosi verso la destra del tavolo, più vicino ad un angolo, un pacco accartocciato di “Rizla +, Filter Tips Ultra Slim – Quality Rolling”, un bicchiere di vetro sporco di panna montata, succo di limone e zucchero – ex condimento per le ex fragole, con sul fondo appicciacato un seme di limone. Poco più a destra, quasi verso l’estremità del tavolo, una tazza poggia sul coperchio di “Coppa del Nonno, Nestlé Motta”. Nella tazza bianca con disegnato sopra un motivo floreale si possono osservare incrostazioni di salsa messicana e tre semi di ex-prugne. In più, una prugna ormai secca, masticata. Dei calzini neri, puliti, piegati e di marca “Fila” coprono un libro Einaudi: “ Raymond Queneau, Esercizi di Stile”. Nell’angolo, un biglietto ATM “Ordinario Urbano, Tariffa EURO 1,00” convalidato l’11 04 11. Venendo in avanti, verso l’ultimo angolo non analizzato del tavolo, si staglia la seguente lista di oggetti: un foglietto di carta con attaccato un pezzettino di scotch con su scritto “I cartoni delle pizze si buttano nei cassonetti, avete bloccato la pattumiera.”, una bottiglia di plastica “San Francesco” da due litri, piena per circa un terzo; un laccio nero ex appartenente ad un ex cappuccio di un ex maglione e sopra il laccio una cortissima matita B2, in parte avvolta nello scotch e una penna nera con tappo, senza alcuna scritta. Vicino, altri due barattolini vuoti di jogurt al malto, uno dentro l’altro, una moneta da 2€ Tedesca del 2002 e una moneta da 1€ RI del 2008. Lì vicino, il coperchio dello spray nasale e un accendino scarico: “Roll Your Own, But Not Alone – OCB” e una tazzina da caffè in ceramica, con fondo secco di caffè. Accartocciato sotto ad un piatto sporco, il coperchio di “Yomo, lo yogurt italiano, 100% naturale, Malto”. Nel piatto, una cartaccia di plastica con l’etichetta “EURO 16,90, Stalker”, una volta conteneva un DVD. Oltre alla cartaccia, una forchetta, un coltello seghettato con il manico rosso, un tovagliolo sporco di rosso, un pezzo di carne bruciata, secco e duro, olio e unto. Due patate al forno bruciate e secche. E un altro coperchio girato al contrario, non si riesce a leggere la scritta. Sotto al piatto, oltre allo Yomo, un tovagliolino di carta, pulito. Poco più avanti, sulla superficie di legno del tavolo, una forchetta, un filtro per le sigarette, un tovagliolino stropicciato, ma pulito, un contenitore cilindrico per i filtri “OCB” e un cucchiaio. Sopra il cucchiaio, due fette di PanBauletto, i cosiddetti “culi”, l’uno rivolto vero l’altro. Vicino, una strisciolina di carta plastificata bianca non ben identificata e, con la scritta a faccia in giù, una bustina di “OCB Slim, 120 Filtri Filtros Tips circa cerca average contents”, con circa una cinquantina di filtri al suo interno. Lì vicino, il contenitore sfasciato di “Golia Activ Extra Fresh Ripiene di Freschezza”, ne è rimasta solo una. Altri due coperchi di Yomo, girati dalla parte metallica, una scatola di cartone di “Sale Marino, Grosso” aperta in alto, lato sinistro. Appoggiato alla scatola, un bicchiere di vetro in bilico e dal fondo rossiccio. Dentro al bicchiere ci sono, incollati, due cucchiai. Ai piedi della scatola di Sale, il tappo giallo del succo di frutta all’arancia e la cartaccia di una ex “Golia Activ Plus”. Uno scontrino con la lista rivolta verso il basso, una lattina di Coca-Cola cilindrica, lunga e sottile, da 330 ml. Vicino ad essa, un altro “Gran Dessert, Panna, Crème Nata”. Il tappo bianco di una bottiglia di plastica e lo spazio per il computer. Il computer “Acer”.
Altri componenti: Il tavolo, i miei piedi.
Alla fine del resoconto, sul tavolo manca una “Golia Activ Plus” e c’è una bottiglia di vetro vuota in più: “Tennent’s Super” e un mozzicone in più nel primo barattolino di yogurt analizzato. Per spegnere meglio la sigaretta ho versato un goccio della Tennent’s nel barattolo di plastica. La birra ha bagnato il libro di Rilke sottostante e la superficie del tavolo. Il barattolino era bucato dal primo mozzicone. Non avevo osservato bene.
Margherita Tercon