lunedì 6 agosto 2012

Lo Scatolone dei Ricordi - Epilessia



Ci riprovo.

Felicissima di aver trovato una cosa che ho messo erroneamente dello scatolone.

Anzi, nella scatolina.

Lamictal 50 mg, compresse dispersibili/masticabili (masticabili assolutamente no! Fanno veramente schifo), Lamotrigina. Un brik da 14 pillole, nel mio caso, equivalenti a 7 giorni di trattamento.

Medicine per l’epilessia.

Interessanti, oserei dire.

Scatolone dei ricordi o no, le prendo da quando ho 14 anni e, in tutti questi anni, non ho mai smesso di prenderle.

Il dosaggio è andato aumentando dopo la prima ed unica crisi, per poi calare con lo scorrere degli anni, per poi arrivare ad un mesetto fa, in cui il mio elettroencefalogramma era finalmente perfetto e la macchiolina nel mio cervello scomparsa.

Peccato non essere una persona regolare. La dimostrazione è questo brik: ci sono 13 pillole e, a quanto pare ne ho presa solo una. Le altre sono scadute. E queste medicine scadono dopo anni.

Beh, potrei parlare di mille cose con queste medicine in mano. Come hanno influenzato la mia crescita? Il mio umore? Il fatto che gli effetti collaterali siano peggiori di quelli positivi? O forse il non potere mai perdere il controllo della mia mente perché rischierei di andare in un ennesimo blackout?

O potrei dire quanto sia divertente lamentarsi delle luci lampeggianti che mi attaccano in continuazione, ma alle quali posso benissimo resistere? O parlare delle persone che mi circondano: quelle che mi compatiscono e quelle che mi prendono per il culo? Beh, io preferisco sempre le seconde.

C’è tempo per soffrire per me. Per esempio dopo morta. Per ora ridiamoci su. Quant’è bello avere delle malattie? Quante cose ti danno da dire, da raccontare?

Insomma, esiste un vecchio che quando incontra un altro vecchio (o facciamo, chiunque altro) non si metta, prima o poi, a parlare dei suoi mali?

Esiste una madre che non parli con un’altra madre della malattia di suo figlio? Esiste un bambino che non sia stato felice della febbre per non andare a scuola?

Le malattie sono motivo di scambio di opinioni, sentimenti, scherzi, prese per il culo; sono modi di conoscere persone. Ma che bello.

Io ogni tanto schiumo dalla bocca.

Da piccola sognavo sempre di svenire. Nei film svenivano, nei libri svenivano, perché non poteva succedere anche a me? L’ho desiderato tanto, tantissimo. E ce l’ho fatta.

Alla fine è un po’ come drogarsi, come ubriacarsi, come anestetizzarsi, è uno staccare totale dal mondo, è un dormire puro e pesante, un sonno senza sogni, è uno svegliarsi a metà della velocità, è un fare colazione che consiste solo nel fare colazione e non andare oltre al pensiero di pucciare il biscotto nel latte.

Il mio è uno sdraiarsi a terra, vibrare un po’ al ritmo della musica e delle luci della discoteca nel mio cervello e poi risvegliarsi riposati, un po’ rincoglioniti.

Questa è vita.

Margherita Tercon


Lo Scatolone dei Ricordi

Ho riordinato casa mia, ho traslocato.
Ho lasciato tre anni di studio e vita a Milano, ho traslocato.
Ho messo tutte le cose in scatoloni, ho traslocato.
Ho traslocato i ricordi più importanti in una scatolina. E ogni volta che la aprirò, mi torneranno alla mente tutti i singoli giorni dei miei tre anni a Milano.
La apro senza guardarci dentro, prendo la prima cosa che mi capita.
Ho preso in mano un anello-cavatappi, l’ho riconosciuto dalla forma e dal freddo del metallo. Non mi va di parlare di questo, adesso. Alcuni ricordi devono sbollire prima di essere tirati fuori. Sbollire nonostante siano così freddi.
Un biglietto del treno piegato. Rimini - Belluno. Non me la sento.
Prendo in mano tante cose. Non me la sento mai.
Forse non è il giorno giusto per iniziare. O forse non ne ho semplicemente voglia. Ricordare è faticoso. Soprattutto per me, una ragazzina che scorda sempre tutto.
Ci sarà un motivo se scrivo. È un continuo appuntarsi le cose.

Margherita Tercon