lunedì 25 maggio 2015

PARTIRE .1 – Non avere paura

Oggi è il 24 maggio 2015 ed è un anno esatto che sono a Parigi.
Ricordo bene dov’ero un anno fa. Ero su un treno, partito alle 6 del mattino da Milano.
Avevo passato la mia ultima serata a Zelig, dopo la mia ultima serata al Ragoo. Ho dormito da X, ho bevuto da X, con X. Alle 6 ero in stazione Garibaldi e il treno partiva. Avevo due piccole valigiezaino e computer. Ero con la mia vecchia vita, coi miei 24 anni di vita, tutti in due valigie e uno zaino.
Tutto quello che avevo fatto, tutto quello che avevo costruito, tutto quello che avevocreatosognatovissuto nella mia terra natale, nel mio paese, nella mia casa… era in due valigie.
Non che io non sia mai stata una con lo sguardo rivolto al futuro, ma ho sempre dato molta importanza anche al passato, a volte troppa. E quel giorno, tutto quello che ero e che ero stata, tutto quello che avevo passato, tutte le persone ed i legami che avevo,rimanevano in quella stazione, in quella città. E li lasciavoforse per sempre, alle sei esatte del 24 maggio 2014 alla stazione Garibaldi.
Era abbastanza spaventoso.
Tutto ricominciava. Oppure, tutto Cominciava.
Socrate dice: “Chi vuol muovere il mondo, prima muova se stesso”. Ma avverte anche “Perché ti stupisci, se i lunghi viaggi non ti servono, dal momento che porti in giro te stesso?”.
Ma io ero a 1400 km dalla me stessa che mi aveva accompagnata per 24 anni.
E poi sì, inizi il viaggio. Il treno parte, il paesaggio scorre, veloce, dall’altra parte del finestrino, dall’altra parte del tuo riflesso, che invece resta immobile, fisso, sfocato.
Il treno arriva in stazione e il periodo di transito, quelle 7 ore di dubbi e pensieri in cui sei sospeso tra la vecchia e la nuova vita, finisce.
Arriva il momento: appoggi piede su suolo straniero e d’improvviso sai che non puoi più permetterti di pensare. Perché ormai ci sei. Perché ormai sei solo, in un posto chenon conosci, in una lingua che non conosci, in una cultura, una città, una grande grande città dove tu non sei nienteNessuno ti conosce, nessuno può supportarti, aiutarti, chiederti come stai, se hai bisogno di qualcosa.
Una volta arrivato puoi fare solo una cosa: alzare la testa e iniziare a camminare.
Oggi è un anno esatto che vado avanti e non avrei mai immaginato che sarei riuscita a fare tutta questa strada.
Margherita Tercon - sur le TGV pour Paris, il y a un an...

Margherita Tercon

martedì 12 maggio 2015

Combatti per i tuoi sogni

Buongiorno!
Sono Margherita Tercon. Scrivo questo post perché... amo comunicare. Amo comunicare con le persone, stare in contatto, poter essere utile.
Mi sono accorta, ultimamente, che ciò che mi piace di più in assoluto è motivare le persone. Vederle ridere, vederle combattere per i propri sogni, vederle soddisfatte o quantomeno... vicine alla soddisfazione.
Mi piace credere nell'umanità, mi piace credere nei sogni. E mi piace credere di poter vedere i sogni realizzati. Quelli degli altri, i miei.
Sono a favore della competizione, ma della competizione sana. Di quel tipo di competizione pacifica, in cui ognuno fa del suo meglio e non è per forza il migliore a vincere, ma chi è più adatto, più portato per la cosa per cui ha combattuto. Se non si vince, non vuol dire che non si era bravi, ma che semplicemente ciò che cercavano in quel preciso momento e in quel preciso luogo, era altro. Noi siamo sempre giusti.
Credo nei sogni e lo ripeto e lo ripeterò fino alla morte. Perché quando mi alzo al mattino, quando ci sono giorni in cui mi chiedo perché dovrei arrivare alla fine della giornata, perché dovrei vivere questa giornata, beh, la risposta è proprio questa: per viverla. Perché sono viva, perché mi merito di sfruttare questa opportunità, questa occasione. Sono viva ed ho dei desideri, ho delle speranze, ho mille cose che vorrei fare. E allora, perché non farle?
Bisogna lottare e lottare e lottare, sempre e comunque, anche se si perde la speranza. 
Bisogna lottare anche se si cade e ci si incazza e ci si fa male, bisogna lottare e rialzarsi e camminare e sbagliare strada e perdersi e tornare indietro e ricominciare o cambiare ancora strada o allontanarsi e guardare tutto da lontano o sedersi, meditare, prendere una pausa e poi ricominciare
Non ci sono regole da seguire nella nostra vita, la libertà è di poter arrivare dove vogliamo, come vogliamo. E con i mezzi che abbiamo, senza paura. Non ci sono regole perché ognuno ci darà consigli diversi, secondo la sua esperienza, secondo il suo carattere. Non c'è giusto o sbagliato quando si insegue un sogno, nulla è scritto. Sarebbe troppo comodo se ci fosse un manuale.
E probabilmente è questo che fa paura. E' la nostra vera libertà. Perché, in fondo, lo sappiamo che potremmo fare quello che vogliamo. Lo sappiamo che potremmo fare una valigia e andarcene da un'altra parte, lo sappiamo che potremmo cambiare completamente il nostro corpo da un giorno all'altro o cambiare vita o qualunque altra cosa.
Un mio amico una volta mi disse che non dovevo impedirmi di cambiare solo per paura di quello che avrei perso. Se volevo cambiare, era sicuramente perché qualcosa non andava bene... ed era quello che dovevo risolvere; dovevo cambiare per tutto quello che avrei guadagnato.
Anche se si sa, fa paura perché all'inizio si lascia qualcosa che si conosce per fare il primo passo verso l'ignoto.
Noi, così come siamo, andiamo bene. Il vero problema è quando cerchiamo di essere qualcun altro, di non essere noi stessi.
Perché è proprio l'essere noi stessi che ci rende assolutamente unici e differenti e forti. Inutile cercare di essere diversi o di uniformarsi, siamo semplicemente tanti individui, tante personalità diverse e l'unico modo di andare veramente avanti, è accettarci come siamo e dare valore alla nostra persona, a quello che ci rende veramente unici, a noi stessi.
Quindi iniziate a combattere per voi stessi, combattete per quello che siete.
...e sorridete :)
Margherita
Margherita Tercon - Parigi