lunedì 26 novembre 2012

DRACULA è in Triennale (ma non c'era bisogno di farlo scomodare) - Mostra su Dracula e il Mito del Vampiri


Dracula e il mito dei vampiri: una mostra che va dal 23 novembre 2012 al 24 marzo 2013, ma che speriamo finisca molto prima.


Sono stata alla mostra domenica scorsa (…ieri). Se avessi cercato “Dracula” su Wikipedia, avrei trovato molte più cose.


Dalla pubblicità sembrava una mostra infinita, piena di cose, di curiosità e storia, con centinaia di materiali provenienti da tutto il mondo… In effetti, Dracula e Vampiri sono un tema così ampio che se ne potrebbe parlare per anni. 


“Non si possono fare foto.” “Neanche alla locandina?” “No.” “Ma è fuori dalla mostra.” “No.” “Ma siamo solo all’ingresso della Triennale.” “No.” “Praticamente in mezzo alla strada.” “No.” …va bene.

Davanti alla tenda nera che segna l’ingresso alla mostra. Si sentono voci cupe provenire da dietro la tenda, sembra interessante. La signorina che ci strappa i biglietti è decisamente mostruosa. E non lo fa apposta.

Scostiamo la tenda: un bellissimo video con l’inizio del film “Dracula” di Bram Stoker. Mh, ci sta.

Prima stanza. Tutto è oscuro. Come fossimo entrati in una tomba. Figo. Quindi cercano anche di spaventare, mi piace.

Davanti a me, un quadro del vero Dracula. A destra, pure. Scritte e spiegazioni storiche sui muri. Ok.

Qualche passo. Oggetti vari di epoca medievale e non (un arco, un turbante, una cartina geografica). Altra storia scritta sui muri e la pratica dell’impalamento. (Dal vivo, sarebbe stata interessante.)

Qualche passo. Antichi libri con annotazioni di Bram Stoker.

Elenco di scrittori che hanno scritto di vampiri, ma soprattutto Bram Stoker.

Seconda stanza: stanza della paura.

Nell’aria, un “O Fortuna” dei Carmina Burana.

Al muro una citazione dal libro Dracula di Bram Stoker.

Un “gioco” vietato ai bambini. C’è una grande scatola di legno con dei buchi all’altezza degli occhi per sbirciarci dentro. Sembra interessante, quasi pauroso. Considerando che la cosa più a tema vista finora era la ragazza dei biglietti.

Mi avvicino. Non accade nulla. Aspetto, spaventata da me stessa e dall’oscurità. E terrorizzata dalla possibilità che qualcuno, da dentro la scatola, possa infilarmi un dito in un occhio. Ma quello che si vede non ha nulla di strano: una lucina rossa e altri visitatori che guardano dai buchi dall’altra parte della scatola. Ah! Adesso ho capito… ma… ma che paura! Dall’altra parte non può esserci nessuno, quel lato della scatola è attaccato al muro! Sarà un effetto ottico? Questo sì che è da vietare ai bambini, ho del molliccio nelle mutande…

Andando nella terza stanza riesco a scorgere che da un lato della famosa scatola della paura c’è un televisore (ecco la lucina rossa, era il led -_-) che riproduce il lato della scatola che si vedeva dal buco.

Terza stanza: parte del film “Nosferatu” su tre enormi schermi. Fine della terza stanza.

Per arrivare nella quarta stanza un costume del film “Dracula di Bram Stoker”.

Quarta stanza dedicata alle donne vampiro e vamp: costumi di scena di personaggi femminili di vari spettacoli teatrali che non c’entrano nulla con Dracula e vampiri, E due burqa, che non si sa mai.

Quinta stanza (che poi è un corridoio che conduce verso l’uscita), una stanzetta vietata ai bambini perché dentro ci sono illustrazioni pornografiche di una ragazza che si tocca mentre Dracula la spia eccitato dalla finestra.

Fine della mostra accompagnata da un video di “Dracula di Bram Stoker”.

Tenda nera. AAAAH! Il mostro dei biglietti! Quello gli è venuto bene.

8 euro per venti minuti di passeggiata al buio. A questo punto esco nella notte, sicuramente un pipistrello lo vedo... e saprà raccontarmi molte più cose.

Questo è il link di Nonciclopedia: http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Dracula.

Margherita Tercon

lunedì 19 novembre 2012

CRITICA TEATRALE di una donna insopportabile, Margherita Tercon, piacere.


Buongiorno! Buongiorno, un saluto a tutti.



Sono tornata. Non so bene come iniziare, in realtà. Ho troppe cose in mente che mi fanno incazzare, devo decidere in che ordine dirle.

Allora, iniziamo col dire che ho studiato teatro. Io sono principalmente drammaturga, ma ho anche recitato e letto un bel po’ di testi. Guardato non troppi spettacoli.

Ma, sorvolando sulla mia cultura teatrale, non troppo approfondita, passiamo al mio punto di vista: chiaro e deciso.

Allora, c’è una cosa nel teatro di oggi che non sopporto. Anzi, non una, facciamo circa… mille? Duemila? Tremila?

Allora (per la terza volta), se c’è una cosa che non sopporto è il teatro contemporaneo/cosaneso. Vedessi cose belle, sarei contenta, ma spesso, con la scusa del “contemporaneo”, del “ricercato”, del “ci-sono-un-sacco-di-riferimenti-a-cose-che-se-fossi-stato-meno-ignorante-avresti-capito”; gli artisti,attori,drammaturghi,registi,chi ci lavora, beh, con queste scuse, fa cose totalmente incomprensibili. E spesso senza senso. Va bene, fatele. Sarete dei geni, io non capisco niente.

Detesto andare a teatro e guardare cose che non capisco. E che non mi trasmettono niente. Ma poi, anche se mi trasmettessero qualcosa e non le capisco, cosa servono a fare? Cioè, se io  vedessi uno spettacolo in una lingua a me sconosciuta e senza sottotitoli e uscissi triste dal teatro, con una stretta al cuore per poi scoprire che invece chi conosce la lingua si è sbellicato dalle risate perché era un testo comico? (certo, io sarei sorda e rincoglionita a non accorgermi della gente che ride), Ma è come quando uno canta canzoni in inglese. La metà delle volte siamo rallegrati da canzoni che dicono “ah, quello stronzo mi ha lasciato pàpàpà adesso mi uccido pàpàpà bello questo baratro senza fondo pàpàpà”.

Quindi, ve la piantate di fare cose che non capisco? Me le volete giustificare, almeno?

Davvero, io vado a teatro aperta a tutto, ma quando passano 15 minuti e sono stata obbligata a guardare un palcoscenico sul quale non accade nulla o c’è gente che rotola senza motivo o video proiettati sul fondo della scena in cui uomini in mutande a fragole si muovono come scimmie dicendo: “sono Cita, la compagna di Tarzan, ho fatto 13 film con lui” (giuro, l’ho visto questa mattina al Teatro Elfo Puccini durante l’evento Next) o  a fissare questo palcoscenico buio dove voci registrate male (male!!) cercano di sussurrarmi cose profonde dettate dall’anima e che devono arrivare alla mia attraverso voci scatarranti, no. Io mi incazzo. Io sono sulla sedia e mi guardo attorno e penso: Come fate a sopportare tutto questo?!

Allora, le cose sono due: o la gente capisce qualcosa (e non sto dicendo che è impossibile, io ho dei bei limiti), o non ci sta capendo un cazzo. E nel caso la risposta fosse la seconda, ovviamente bisogna continuare a guardare, perché anche se non ci capisco niente, cosa ci posso fare? C’è sicuramente un messaggio, insomma, è contemporaneo, c’è una retorica, è molto cerebrale…. Non posso dire niente.

Quanto odio la parola cerebrale. Bene! È cerebrale! Quindi? Chi l’ha scritto è più intelligente di tutti gli spettatori, che non capiscono? È una cosa comprensibile solo dal cervello di chi l’ha creata? E allora che se la tenga! Cosa mi viene a mostrare uno spettacolo (se così lo si può chiamare), a farmi pagare un biglietto e perdere una serata se non mi vuole dare niente? Di vedere il suo cervello non me ne frega se non posso prendere qualcosa che mi possa essere utile. O che mi mostri altre parti di universo, punti di vista…

Se è una tua sega mentale, perché devi raccontarmela? Non sono un tuo amico. E nemmeno il tuo psicologo. Pagami.

Quindi adesso sarò qui. Ogni spettacolo che vedrò (e i film non si salvano!) lo commenterò. È ovvio, quando una cosa è bella va riconosciuto. Ma non starò a dire “mi piace” o “non mi piace”…cioè, anche. Ma principalmente dirò “funziona”, “non funziona”. È sicuramente più oggettivo.

Che tutto questo sia dettato dall'invidia perché su quei palcoscenici ci sono spettacoli che non sono i miei? Possibile.

Che sia perché non sopporto gli intellettuali? (Spesso più stupidi delle persone meno acculturate?) Possibile.

Che sia perché sono acida e cinica e non so dove sfogare la mia rabbia? Non mi interessa. Qualunque sia il motivo lo farò. Perché certe cose non si possono proprio vedere. E se continuano a girare allegramente e senza problemi… che almeno ci sia la mia critica a insultarli un po’.


Margherita Tercon